j: ti racconto una storia.. un uomo durante un safari si ferisce una gamba. si trova in mezzo a la savana, lontano da qualsiasi medico. la ferita si infetta e la cancrena comincia a salire. il dio della morte già pregusta il banchetto. quando l'aereo giunge finalmente a salvarlo e lo riporta alla civiltà, volge lo sguardo sulla la terra che scivola veloce sotto i suoi occhi. e vede vasta come il mondo intero, grande, alta, incredibilmente bianca nel sole, la vetta quadrata del kilimangiaro. e allora egli comprende che é là che stavano andando.
s: e poi?
j: io odio con tutto il cuore questa storia. sembra quasi che lui sia prigioniero del suo passato, ripiegato su di esso, alla spasmodica ricerca di essere vivo. molla tutto! ricordo che quando ci siamo conosciuti mi hai detto "io sono un uomo già morto una volta". non pensi che sia abbastanza?
s: per la prima volta in vita mia, incontro una donna vera che vive la vita. é questo che ho pensato, quando l'ho vista. quella donna é quella parte di me sempre cercata e mai ritrovata.
s: hai qualcosa da mettere sotto i denti?
j: ehh?
s: sai, ho una fame da lupi..
s: ti racconto una storia. c'era una volta un gatto, un po' speciale. nel corso dei secoli era morto e rinato piu di un milione di volte. era stato allevato da generazioni di uomini verso cui non aveva provato che indifferenza, non temeva la morte. a un certo punto decise di diventare un libero gatto randagio, incontrò una bella gatta bianca e vissero insieme felici e contenti.. passarono gli anni e la sua candida compagna ormai vecchia si spense. lui pianse per più di un milione di volte, e poi la seguì. non rinacque più.
j: é una storia molto bella..
s: la odio con tutto il cuore.. i gatti sono una cosa che non sopporto.
j: oltre i cani e le donne..

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